giovedì 28 agosto 2014

A bordo vasca

Sono poliedrico.
Questa definizione me l’aveva data una scrittrice molti anni fa in una prefazione a un libro di racconti, nel quale erano pure presenti alcuni miei scritti. Il libro, uscito in vendita in libreria, dal mio punto di vista in realtà era alla fine risultato una accozzaglia di concetti slegati, in cui questa autrice aveva cercato maldestramente di comunicarsi. In ogni caso uscire in una libreria con qualcosa di mio, mi aveva dato una certa soddisfazione.
Ma la poliedricità con la quale volevo introdurre questi brevi pensieri, era legata a un altro aspetto della mia vita, e cioè allo sport.
Mi piace sperimentare e così mi sono cimentato negli ultimi dieci anni in varie attività sportive: corsa, nuoto e ultimamente anche ciclismo.
L'attività fisica per me è importante.
Distende la mente attraverso il corpo.
Spesso il corpo viene dimenticato o lasciato andare nel tempo, e invece secondo me è molto importante. Un corpo disteso e allenato può facilitare una mente più rilassata. Inoltre a lungo andare sono convinto che l’attività fisica costante rinvigorisca, rimetta in moto, e giovi anche all’autostima per vari motivi.
Ma mi sto dilungando troppo.
Insomma, oggi, all’ora di pranzo sono stato a nuotare in piscina.
Lasciarsi scorrere nell’acqua è rilassante.
Fare movimenti potenti ma  lenti e ben ritmati, cercare l’armonia del proprio corpo immerso dentro il liquido, lasciando la mente vagare e provare sensazioni, senza lo stress della prestazione, è una bellissima esperienza.
A bordo vasca, sotto la luce del sole che passava dal grande tetto trasparente, per un attimo mi sono fermato e mi sono messo a osservare gli altri nuotatori nelle varie corsie azzurre e brillanti.
Vedendo quelli che si cimentavano in estenuanti ripetute ho pensato alla competizione agonistica.
Chissà contro chi in realtà ci si mette alla prova.

Semplici riflessioni.