lunedì 25 gennaio 2010

Portfolio fotografico "Scivolando"


Ho iniziato a praticare lo scialpinismo una decina di anni fa spinto dalla voglia di esplorare la montagna anche in ambiente invernale, lontano dalle piste battute, per immergermi nella solitudine che questo ambiente può ancora offrire. Amo il silenzio delle montagne, che in inverno, è ancora più avvolgente. Nelle salite, esso viene rotto solo dall’attrito cadenzato degli sci sulla neve. A far compagnia, a volte c’è solo l’ombra delle nubi, che scorre veloce su un tappeto candido, che si perde a vista d’occhio. Oppure, arrivati in cima, si può ammirare un panorama da un balcone d’eccezione e lasciar correre lo sguardo per riempirsi il cuore. Può capitare di avanzare nella nebbia, seguendo i propri passi ed il proprio respiro affannato dalla salita, rimanendo rapiti in una danza ipnotica e rilassante. O ancora, essere oltre le nubi, lassù, ed ammirare nella discesa le cime più basse che emergono a fatica dalla cortina o seguire le minuscole figure di chi, più in basso, sta salendo alla sua meta. Altre volte, si viene destati dal rumore di una valanga lontana, a ricordare che la montagna richiede attenzione e non perdona lo sbaglio e l’imprudenza. Come scialpinista sono io a scegliere il percorso della salita e della discesa e questa libertà di poter spaziare in un ambiente incontaminato, superbo ed allo stesso tempo, se non rispettato, pericoloso, mi fa sentire vivo ed in un rapporto intimo con la natura. E’ una dimensione in cui sembra che l’immensità del creato venga a contatto con il mio piccolo grande stato di essere umano, lontano da echi e risonanze della vita quotidiana. Nella sua vastità e silenziosa immobilità, la montagna invernale accentua la mia sensazione di solitudine interiore e sci-volando giù, su un pendio immacolato, mi sento libero.


Panorama dalla Tour Ronde - Monte Bianco


Discesa dal Hochflachkofel, Vedrette di Ries (Valle Aurina)


In cima al Monte Nero (Krn)


Vedrette di Ries (Valle Aurina)


Salita al Monte Cocco


Vedrette di Ries (Valle Aurina)


Discesa dalla Forca dei Disteis (Gruppo del Montasio, Alpi Giulie)


Salita al Monte Nevoso (Sneznik, Slovenia)


Salita al Monte Meja (Slovenia)


Salita a Cima Lastè (Alpago)


Vedrette di Ries (Valle Ausina)


Vedrette di Ries (Valle Ausina)


Vedrette di Ries (Valle Ausina)


Salita alla Forcella Nabois dal Rifugio Pellarini (Alpi Giulie)


Salita alla Forcella Ursic dal Rifugio Gilberti (Alpi Giulie)


Discesa dalla Wodner Thorl (Alpi carniche)


Discesa dalla Wodner Thorl (Alpi carniche)


Dalla Wodner Thorl (Alpi carniche)


Val Krma (Slovenia)


14 immagini di questo portfolio fotografico sono esposte fino a fine febbraio 2010 presso il Circolo fotografico Fincantieri-Wärtsilä, in Galleria Fenice 2 a Trieste.

lunedì 18 gennaio 2010

Lanaro Granfondo 2010

Domenica 17 gennaio 2010

Erano parecchi anni che volevo fare questa gara.
32 km di persorso per 850 mt di dislivello positivo sui sentieri del carso triestino, dalla Stazione di Mocco' sulla pista ciclabile, fino alla cima del Monte Lanaro, sopra Sagrado.
Per un motivo o per l'altro non l'avevo mai corsa tutta. Tre anni fa per un problema al ginocchio l'avevo fatta solo in MTB, due anni fa ho dovuto mollare prima per impegni di lavoro e lo scorso anno, due settimane prima, mi sono dovuto arrendere ad una sindrome della bandelletta ileotibiale.
Quest'anno, nonostante abbia passato una settimana super stressante per problemi di lavoro ce l'ho fatta. L'ho corsa tutta, ed anche con un tempo decoroso.
In piu' domenica mattina la comparsa improvvisa, seppur attesa, della neve ha reso il tutto ancora piu' bello.
Ore 9.30 si parte.


Decido di non esagerare con il ritmo iniziale, perche' in tante gare ho fatto questo errore e poi mi sono ritrovato ad arrancare nella sofferenza per chilometri e chilometri.
Sono attaccato a Sasha, ma lui mi vola via subito alla prima salita.

Delusione. Eppure in allenamento, la domenica precedente, mi sembrava di andare bene. Dopo la salita iniziale mi sento gia' stanco e le gambe sono pesanti. Mi dico che forse ho caricato troppa acqua (1.5 L) nel camel bag, ma con il senno di poi credo che sulla stanchezza abbia inciso soprattutto un serio problema di lavoro degli ultimi giorni. Non ho passato le ultime nottate tranquille e probabilmente saranno tali ancora parecchie di esse.
Corro con Stefano, che intanto mi ha affiancato, alcuni chilometri fino a Gropada. Nella prima discesa siamo riusciti a guadagnare parecchio ed a riprendere un gruppetto che ci aveva seminato. Ripeto lo scherzetto anche giu' dal Monte dei Pini e mi rincuoro un po' superando 3 o 4 persone. Stefano e' andato avanti. Le gambe continuano ad essere pesanti ed anche dopo, sul metanodotto, non riesco a fare il ritmo che ho fatto solo una settimana prima. Pazienza. Penso anche, che la mia intenzione di rimanere sotto le 3 ore, sta scemando piano piano. Passano i chilometri, tra gel, barrette energetiche e succhiate dal camel bag. Inizio a sentirmi meglio solo nella salita per Monrupino, anche se non riesco a forzare il passo.

Vado costante e controllando il cronometro mi accorgo che il tempo non e' malaccio. Forse le 3 ore sono ancora a portata.
Si susseguono i sali scendi (soprattutto, ahime', tanti sali e pochi scendi) dei sentieri. L'orologio segna le 2 ore e 40' ed in lontananza sento gia' le voci di vetta.
....azz penso, guarda che sto sotto le 2 ore e 50! Ma e' un'illusione sonora e i rumori sono piu' lontani (e piu' in alto) del previsto.

Concludo al 32° posto con un decoroso 2 ore 57' e 43".



Sono comunque soddisfatto per essere riusciato a stare sotto le 3 ore.

Avrei voluto inserire anche il percorso con il tracciato altimetrico, ma a meta' gara mi si sono purtroppo scaricate le batterie del GPS.
Comunque le classifiche si possono trovare al sito del Gruppo Vulkan che allego qui sotto.

http://www.gruppovulkan.com/lanarogranfondo/2010/Classifiche.aspx


ATTENZIONE PER L'EDIZIONE 2013 : mi segnalano che sono stati trovati sul sentiero chiodi molto pericolosi, probabilmente posizionati intenzionalmente in modo verticale. Addirittusa un amico durante un allenamento per l'evento, si è trafitto un piede da parte a parte. Quindi ocio!!!!

venerdì 8 gennaio 2010

Scialpinismo nel Carso sloveno: Slivnica (1114 mt)















Dislivello di salita: 560 mt



La notte tra mercoledi' 6 e giovedi' 7 , fino alle 5 del mattino a Trieste pioveva, ma la temperatura non era tanto alta. Circa 2°C. Probabilmente, ho pensato, nell'interno del Carso sloveno ha nevicato. Cosi' decido di andare a verificare di persona. Arrivo nei pressi di Postumia e vedo subito la conferma delle mie previsioni. E' tutto coperto da un manto di neve fresca. Ai lati delle strade ci sono non meno di 40 cm di neve ed anche la strada e' in alcuni tratti bianca. E c'e' il sole. Fantastico. Decido di salire sullo Slivnica, 1114mt, una gita facile, ma con le condizioni di oggi potrebbe veramente essere interessante. Poco dopo Postumja, arrivo a Cerknica e lascio la macchina nel parcheggio, in prossimita' del sentiero che sale verso la cima. Il tempo ora e' un po' grigio ed in alto c'e' nebbia. Gli alberi sono carichi di neve ed ogni tanto trasalgo dai miei pensieri attirato dal rumore della neve che cade dalle chiome alte. Inizialmente il sentiero sale nel bosco.




Poi, in alto la nebbia inizia a farsi piu' fitta, dando luogo a scenari spettacolari che cambiano ad ogni mio passo. Come avanzo, gli alberi coperti di neve, sbucano dalla cortina velata per poi scomparire nuovamente ai miei passi successivi, in una danza ipnotica e rilassante.



Salgo ancora un po' di quota ed inizio a vedere qualche raggio di sole. Penso subito che forse e' il mio giorno fortunato ed infatti poco dopo la nebbia inizia a diradarsi. Il panorama che inizia ad aprirsi davanti a me e' veramente stupendo.



Mi giro e vedo il mare di nubi da dove sono sbucato, proprio sotto di me.



Davanti a me invece invece c'e' la dorsale dello Slivnica che percorrero' fino in cima.


E' un vero paradiso e nella solitudine della salita posso assaporare fino in fondo questi luoghi.

Continuo attraverso un bosco di faggi bellissimi, con i rami coperti dalla neve appena caduta.

Pochi minuti ed arrivo alle antenne poste in cima.

La nebbia sta lentamente salendo e mi sento fortunato ad avere avuto una finestra regalata per ammirare il panorama. Tolgo le pelli di foca dagli sci, sistemo gli attacchi ed inizio la discesa che, nonostante la pendenza sia lieve, e' comunque divertente nella neve fresca, ancora immacolata. La neve e' un po' pesante a causa della temperatura non proprio rigida, attorno agli 0° C.


La nebbia si infittisce sempre piu' e mi fermo ad aspettare che si diradi un po'. Di nuovo, davanti a me, si dipingono immagini suggestive ed emozionanti.


La discesa nel bosco e' divertente ed arrivo con gli sci ai piedi fino alla macchina.


Sebbene non si tratti di un itinerario scialpinistico classico di montagna, questa escursione, nelle condizioni di ieri, mi ha regalato delle forti emozioni e se persisteranno le precipitazioni nevose da queste parti, di certo lo consiglio. Del resto, almeno per me, scialpinismo non vuol dire solo discesa ripida e curve, ma soprattutto un rapporto autentico con la natura.