Stamane mi sono alzato per portare in
giardino i cani che si stavano agitando e poi non ho più ripreso sonno. Però a
volte fa bene rimanere distesi a fissare il soffitto nel buio o meglio ancora
rannicchiati sul fianco ad occhi chiusi e lasciare i pensieri fluire. Tanto è
inutile pensare che bisognerebbe dormire. Il sonno arriva spontaneo o non
arriva. Non può essere forzato. Lesione e malattia.
E la mente nella lesione e nella malattia
che cosa c’entra?
Siamo corpo o siamo mente?
A vederla così sembra un ripasso di
filosofia sul dualismo cartesiano. Ma lascio i miei pensieri fluire.
La mente è la funzione che crea significato.
Il cervello ed i neuroni sono la
struttura. Il corpo è la struttura.
E la persona? Chi è la persona?
La persona è la somma delle parti: la
mente e il corpo.
Anzi se teniamo fede alla teoria della
Gestalt, secondo la quale il tutto è più della semplice somma delle parti, la
persona è ancora di più. Ma su questo non mi voglio addentrare.
Senza la mente, il corpo diviene un
oggetto in cui gli stimoli provocano esclusivamente un arco riflesso, una
semplice risposta chimico-biologica puramente fisiologica . Viene cioè a
mancare l’elaborazione dello stimolo. Non c’è trasformazione tra significante,
cioè lo stimolo (un suono, una
carezza, un lampo di luce, un pezzetto di cioccolata) e significato, cioè la
percezione soggettiva per la quale il suono si trasforma in musica, la carezza
in tenerezza, la luce in un abbaglio, la cioccolata nei ricordi di bambino.
Sto scrivendo disteso sul divano ancora
sonnecchiante. Davanti a me, di fronte alla porta finestra ho un grosso
ippocastano vecchio di cent’anni. Sento il frusciare delle sue fronde in questa
brezza di fine estate. Vento, stimolo, significante. Vento fresco dopo la
canicola d’agosto. Il sole cala prima sopra il mare di Trieste, dietro al
castello di Miramare e i monti lontani. Le rondini iniziano ad andare, rondini
che volavano sopra i balconi della mia infanzia , odore di settembre, odore di
mamma. Le guardavo rapito con occhi già adulti ma meravigliati, andare via
verso un orizzonte che un giorno sarebbe stato il mio. Significato, affetto,
caldo nella pancia.
La mente è il teatro in cui si
rappresentano gli eventi della vita. Il luogo in cui diamo forma alle nostre
scene, il posto in cui lasciamo recitare i nostri uno, nessuno e centomila.
Palcoscenico e quinte, conscio e
inconscio, palco, applausi e narcisismo.
Si ma la malattia e la lesione che
c’azzecca?
La lesione rientra nella sfera biologica
della persona. “Perchè” dice quello, “la malattia no?” Nanni Moretti in un
celebre film urla “le parole sono importanti….” E io confermo, le parole sono
importanti, tanto importanti quanto i significati che ad esse attribuiamo., che
il più delle volte, anzi sempre, sono soggettivi. La malattia supera il
biologico ed si colloca nella sfera della persona, nella sua globalità. .
Tavolo significa tavolo: elemento fisico
con un piano tondo, quadrato o rettangolare, con tre o quattro gambe o anche
con un singolo piedistallo centrale, di legno, ma anche di plastica o di
metallo o addirittura di vetro. Ma tavolo per me significa anche una luminosa
tovaglia delle fiandre a righe con dei bei girasoli gialli luminosi, significa
sgridare Mr. Magù il mio gattone nero e bianco, (lo so si scrive Mr.Magoo, ma
all’anagrafe hanno sbagliato) che ogni tanto furtivamente ci sale sopra incurante
delle mie proteste, mi fa sorridere se ricordo Teo, il labradorone che i primi
giorni dopo averlo adottato, a una nostra svista ci sale su con le zampone e
agguanta un filoncino dal paniere, o penso ancora alle mille cene con mia
moglie qualche volta a parlare dolcemente, qualche volta a discutere delle
preoccupazioni che ognuno di noi deve affrontare nella propria vita. Dice
quello “ ma che preoccupazioni e preoccupazioni! Con il pensiero positivo
risolvi tutto. Basta non pensare alle cose negative. Basta…” Si in giro si
trova tanta di questa brava gente. Vendono pure una marea di libri, tascabili
di felicità spicciola a buon mercato. E fanno un sacco di soldi sulla buona
fede di lettori creduloni che tutto il giorno si ripetono dentro sè “non devo pensare
questo, non devo pensare quell’altro”. Ma vaffanculo. Io invece voglio essere
libero di pensare come cazzo voglio. Anche negativo. Me ne assumo la
responsabilità e confesso, tante volte penso negativo.
Ci soffro e mi contorco. Ma quello dice “
non serve soffrire” . No certo, non serve soffrire, però…….., “No. Soffrire non
si puo, è inutile, devi reagire” continua quello . Bisogna fingere. Andare al
mare tutti belli abbronzati, come salamandre, essere sempre vincenti, essere?
No scusa, ho sbagliato verbo: apparire.
E se sei una tavola da surf corri a
rifarti le tette. Insomma dal tavolo siamo arrivati alle tette. È pur sempre un
significato. Hai visto quante cose vengono fuori da un tavolo? Meglio che dal
cilindro del prestigiatore.
Mente, significato, malattia, lesione.
La lesione diventa malattia quando la
mente è debole, perchè attribuisce un significato assoluto ad un evento
traumatico o congenito o genetico, lasciandosene travolgere.
E la mente quando è debole?
La mente è debole quando non ha appreso
nello sviluppo critico dell’infanzia, delle modalità relazionali basate
sull’autorità e sull’affetto. In parole povere quando il bambino non è stato
amato.
Dice ancora quello “tu bambini non ne hai,
che ne sai tu dei figli”. E si invece, io ne so molto dei figli perchè sono
figlio pure io, come tutti i bipedi umani (e non) sulla faccia di questo mondo.
“Che ne sai tu di come si ama un figlio” continua. È vero, io non ho figli, ma
in tanti piccoli occhietti vedo i miei occhi di tanti anni fa che volevano
essere ascoltati e non trovavano spazio per esprimersi. Amare significa
ascoltare, sorreggere, abbracciare, condividere, dare calore, asciugare lacrime
con dolcezza, ridere insieme, gioire insieme, osservare da lontano e lasciar
liberi di fare stando pronti a frenare una caduta, soffrire in silenzio. Amare
significa anche mettersi in discussione, fare autocritica e domandarsi “amo
abbastanza?”
Sarò sincero, io non so e amo abbastanza.
Però cerco nel mio piccolo di fare quello che posso, per trovare significati
importanti ed autentici che diano colore e soprattutto calore alla mia vita. Per non lasciare che le lesioni, piccole o grandi della mia vita, si trasformino in malattia.
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