La conoscenza in una particolare disciplina non e' statica, ma anzi e'
un processo che si arricchisce per trasferimento. Io studio, imparo,
confronto e sperimento. Da questo processo di confronto ed esperienza
con quanto fa gia' parte della mia conoscenza precedente, nasce un
qualcosa di nuovo. In questo modo trasferisco un bagaglio arricchito a
chi viene dopo di me nella catena della conoscenza. Ovviamente il motore
di tutto deve essere una motivazione autentica e un atteggiamento
personale di ricerca e sperimentazione. Questo dovrebbero fare coloro che vogliono insegnare nelle varie discipline. Imparare, integrare, soprattutto sperimentare su di se e poi trasferire. Altrimenti tutto si esaurisce in un semplice passaggio di
nozioni ammuffite nelle ragnatele del tempo, in cui manca la componente fondamentale del modellamento esperienziale. Le nozioni sono come la creta nelle mani del vasaio. Senza l'interpretazione magistrale del vasaio la creta rimane un pezzo di fango che si rivolta su se stesso e cade giu'.
domenica 23 settembre 2012
lunedì 10 settembre 2012
Lesione e malattia
Stamane mi sono alzato per portare in
giardino i cani che si stavano agitando e poi non ho più ripreso sonno. Però a
volte fa bene rimanere distesi a fissare il soffitto nel buio o meglio ancora
rannicchiati sul fianco ad occhi chiusi e lasciare i pensieri fluire. Tanto è
inutile pensare che bisognerebbe dormire. Il sonno arriva spontaneo o non
arriva. Non può essere forzato. Lesione e malattia.
E la mente nella lesione e nella malattia
che cosa c’entra?
Siamo corpo o siamo mente?
A vederla così sembra un ripasso di
filosofia sul dualismo cartesiano. Ma lascio i miei pensieri fluire.
La mente è la funzione che crea significato.
Il cervello ed i neuroni sono la
struttura. Il corpo è la struttura.
E la persona? Chi è la persona?
La persona è la somma delle parti: la
mente e il corpo.
Anzi se teniamo fede alla teoria della
Gestalt, secondo la quale il tutto è più della semplice somma delle parti, la
persona è ancora di più. Ma su questo non mi voglio addentrare.
Senza la mente, il corpo diviene un
oggetto in cui gli stimoli provocano esclusivamente un arco riflesso, una
semplice risposta chimico-biologica puramente fisiologica . Viene cioè a
mancare l’elaborazione dello stimolo. Non c’è trasformazione tra significante,
cioè lo stimolo (un suono, una
carezza, un lampo di luce, un pezzetto di cioccolata) e significato, cioè la
percezione soggettiva per la quale il suono si trasforma in musica, la carezza
in tenerezza, la luce in un abbaglio, la cioccolata nei ricordi di bambino.
Sto scrivendo disteso sul divano ancora
sonnecchiante. Davanti a me, di fronte alla porta finestra ho un grosso
ippocastano vecchio di cent’anni. Sento il frusciare delle sue fronde in questa
brezza di fine estate. Vento, stimolo, significante. Vento fresco dopo la
canicola d’agosto. Il sole cala prima sopra il mare di Trieste, dietro al
castello di Miramare e i monti lontani. Le rondini iniziano ad andare, rondini
che volavano sopra i balconi della mia infanzia , odore di settembre, odore di
mamma. Le guardavo rapito con occhi già adulti ma meravigliati, andare via
verso un orizzonte che un giorno sarebbe stato il mio. Significato, affetto,
caldo nella pancia.
La mente è il teatro in cui si
rappresentano gli eventi della vita. Il luogo in cui diamo forma alle nostre
scene, il posto in cui lasciamo recitare i nostri uno, nessuno e centomila.
Palcoscenico e quinte, conscio e
inconscio, palco, applausi e narcisismo.
Si ma la malattia e la lesione che
c’azzecca?
La lesione rientra nella sfera biologica
della persona. “Perchè” dice quello, “la malattia no?” Nanni Moretti in un
celebre film urla “le parole sono importanti….” E io confermo, le parole sono
importanti, tanto importanti quanto i significati che ad esse attribuiamo., che
il più delle volte, anzi sempre, sono soggettivi. La malattia supera il
biologico ed si colloca nella sfera della persona, nella sua globalità. .
Tavolo significa tavolo: elemento fisico
con un piano tondo, quadrato o rettangolare, con tre o quattro gambe o anche
con un singolo piedistallo centrale, di legno, ma anche di plastica o di
metallo o addirittura di vetro. Ma tavolo per me significa anche una luminosa
tovaglia delle fiandre a righe con dei bei girasoli gialli luminosi, significa
sgridare Mr. Magù il mio gattone nero e bianco, (lo so si scrive Mr.Magoo, ma
all’anagrafe hanno sbagliato) che ogni tanto furtivamente ci sale sopra incurante
delle mie proteste, mi fa sorridere se ricordo Teo, il labradorone che i primi
giorni dopo averlo adottato, a una nostra svista ci sale su con le zampone e
agguanta un filoncino dal paniere, o penso ancora alle mille cene con mia
moglie qualche volta a parlare dolcemente, qualche volta a discutere delle
preoccupazioni che ognuno di noi deve affrontare nella propria vita. Dice
quello “ ma che preoccupazioni e preoccupazioni! Con il pensiero positivo
risolvi tutto. Basta non pensare alle cose negative. Basta…” Si in giro si
trova tanta di questa brava gente. Vendono pure una marea di libri, tascabili
di felicità spicciola a buon mercato. E fanno un sacco di soldi sulla buona
fede di lettori creduloni che tutto il giorno si ripetono dentro sè “non devo pensare
questo, non devo pensare quell’altro”. Ma vaffanculo. Io invece voglio essere
libero di pensare come cazzo voglio. Anche negativo. Me ne assumo la
responsabilità e confesso, tante volte penso negativo.
Ci soffro e mi contorco. Ma quello dice “
non serve soffrire” . No certo, non serve soffrire, però…….., “No. Soffrire non
si puo, è inutile, devi reagire” continua quello . Bisogna fingere. Andare al
mare tutti belli abbronzati, come salamandre, essere sempre vincenti, essere?
No scusa, ho sbagliato verbo: apparire.
E se sei una tavola da surf corri a
rifarti le tette. Insomma dal tavolo siamo arrivati alle tette. È pur sempre un
significato. Hai visto quante cose vengono fuori da un tavolo? Meglio che dal
cilindro del prestigiatore.
Mente, significato, malattia, lesione.
La lesione diventa malattia quando la
mente è debole, perchè attribuisce un significato assoluto ad un evento
traumatico o congenito o genetico, lasciandosene travolgere.
E la mente quando è debole?
La mente è debole quando non ha appreso
nello sviluppo critico dell’infanzia, delle modalità relazionali basate
sull’autorità e sull’affetto. In parole povere quando il bambino non è stato
amato.
Dice ancora quello “tu bambini non ne hai,
che ne sai tu dei figli”. E si invece, io ne so molto dei figli perchè sono
figlio pure io, come tutti i bipedi umani (e non) sulla faccia di questo mondo.
“Che ne sai tu di come si ama un figlio” continua. È vero, io non ho figli, ma
in tanti piccoli occhietti vedo i miei occhi di tanti anni fa che volevano
essere ascoltati e non trovavano spazio per esprimersi. Amare significa
ascoltare, sorreggere, abbracciare, condividere, dare calore, asciugare lacrime
con dolcezza, ridere insieme, gioire insieme, osservare da lontano e lasciar
liberi di fare stando pronti a frenare una caduta, soffrire in silenzio. Amare
significa anche mettersi in discussione, fare autocritica e domandarsi “amo
abbastanza?”
Sarò sincero, io non so e amo abbastanza.
Però cerco nel mio piccolo di fare quello che posso, per trovare significati
importanti ed autentici che diano colore e soprattutto calore alla mia vita. Per non lasciare che le lesioni, piccole o grandi della mia vita, si trasformino in malattia.
lunedì 3 settembre 2012
Sull'eutanasia
Quello che spaventa di piu' nel tema
dell'eutanasia, o per tradurre, della buona morte (eu= buono, thanatos=
morte), e' probabilmente che un uomo possa scegliere. Ed e' normale
questo, in una societa' dove la responsabilita' viene sempre piu'
delegata dall'individuo, sovrano per nascita, allo Stato, che benche'
delegato su vari aspetti del vivere comune, non potrebbe invadere il
campo dei diritti fondamentali
dell'individuo che sono un tutt'uno con la persona. Legalizzare
l'eutanasia in realta' significherebbe dare voce al tabu' che tanto
spaventa, cioe' la morte, e permetterebbe lo sviluppo di una coscienza
dell'accompagnamento al morire in una condizione di accettazione,
consapevolezza e dignita', abbandonando azioni mediche che configurano
a volte un'ostinazione terapeutica inutile e crudele per i malati.
Piccoli trucchetti per una dieta dimagrante soddisfacente
Si sa, a parlare di dieta dimagrante viene in mente
la deprivazione. Ma puo' non essere cosi'. Ecco allora alcuni consigli
che ho provato sulla mia pelle.
A) La soddisfazione alimentare
non deriva esclusivamente dal senso di sazieta', ma anche dalle
quantita' percepite dell'alimento, che rispondono anche a stimoli visivi
e tattili. Cio' significa che se spezzattate un dato alimento in piu'
unita', avrete la sensazione che la quantita' di tale alimento sia
maggiore. Piccola prova. Mettete in una terrina una fetta di melone.
Appare misera come dessert! Ve la mangiate in un boccone. In un'altra
terrina mettete un'altra fetta simile, ma tagliata questa volta
trasversalmente in tanti pezzi piu' piccoli. In questo caso la quantita'
sembra nettamente superiore e questa aumentata numerosita' oltre che
visivamente e' sottolineata cinestesicamente dal maggior numero di gesti
che dovete compiere per portare le fettine alla bocca. B) A
parita' delle calorie (o dei blocchi per la Dieta Zona) e' di gran lunga
preferibile comporre un pasto con piu' portate e colori e disporre i
piatti tutte insieme sulla tavola all'inizio del pasto. Esempio: pasto
n.1: 130 gr di alici marinate al limone + 150 gr di insalatina con 120
gr di pomodori condita con 2 cucchiani di olio di oliva e limone+190 gr
di UVA + un bicchiere di acqua da osteria trasparente; pasto n.2: una
pannocchia di mais dolce (200 gr) alla griglia + 100 gr di tonno al
naturale ai ferri condito con limone + finocchio tagliato alla julienne
(200 gr) con vinagrette composta da un cucchiaino d'olio e succo di
limone + una porzione (50gr) di lamponi + una porzione (50 gr) di
mirtilli + un bicchierone alto verde trasparente con una bella fetta di
limone biologico gialla (visivamente il contrasto verde e giallo e'
bello da vedere). I due pasti sono identici nelle calorie (o blocchi per
la dieta Zona): 394 KCal contro 420 KCal (4 blocchi entrambe), pero'
nel menu' numero due c'e', innanzitutto un cromatismo di gran lunga piu'
soddisfacente visivamente e in piu' c'e' la componente tattile,
assolutamente non indifferente, del mangiare la pannocchia con le mani e
la maggior numerosita' dei piatti. Insomma il mio consiglio e'
sbizzarrirsi in cucina e fare uscire la propria creativita'. C)
Preferire cibi con alto potere saziante. Per esempio 35 gr di panna da
cucina equivalgono grosso modo a 100 gr di ricotta di vacca che ha un
potere saziante e un volume ben piu' consistente della panna. Si puo'
usare questa sostituzione per esempio nel cucinare una pasta con
tacchino, curry, pomodorini, e ricotta, invece di usare la panna. La
sensazione di sazieta', ma anche la sensazione di quantita' percepita
visivamente, saranno maggiormente soddisfatte.
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