domenica 23 settembre 2012

La conoscenza

La conoscenza in una particolare disciplina non e' statica, ma anzi e' un processo che si arricchisce per trasferimento. Io studio, imparo, confronto e sperimento. Da questo processo di confronto ed esperienza con quanto fa gia' parte della mia conoscenza precedente, nasce un qualcosa di nuovo. In questo modo trasferisco un bagaglio arricchito a chi viene dopo di me nella catena della conoscenza. Ovviamente il motore di tutto deve essere una motivazione autentica e un atteggiamento personale di ricerca e sperimentazione. Questo dovrebbero fare coloro che vogliono insegnare nelle varie discipline. Imparare, integrare, soprattutto sperimentare su di se e poi trasferire. Altrimenti tutto si esaurisce in un semplice passaggio di nozioni ammuffite nelle ragnatele del tempo, in cui manca la componente fondamentale del modellamento esperienziale. Le nozioni sono come la creta nelle mani del vasaio. Senza l'interpretazione magistrale del vasaio la creta rimane un pezzo di fango che si rivolta su se stesso e cade giu'.

lunedì 10 settembre 2012

Lesione e malattia

Domanda: qual’è la differenza tra lesione e malattia?
Stamane mi sono alzato per portare in giardino i cani che si stavano agitando e poi non ho più ripreso sonno. Però a volte fa bene rimanere distesi a fissare il soffitto nel buio o meglio ancora rannicchiati sul fianco ad occhi chiusi e lasciare i pensieri fluire. Tanto è inutile pensare che bisognerebbe dormire. Il sonno arriva spontaneo o non arriva. Non può essere forzato. Lesione e malattia.
E la mente nella lesione e nella malattia che cosa c’entra?
Siamo corpo o siamo mente?
A vederla così sembra un ripasso di filosofia sul dualismo cartesiano. Ma lascio i miei pensieri fluire.
La mente è la funzione che crea significato.
Il cervello ed i neuroni sono la struttura. Il corpo è la struttura.
E la persona? Chi è la persona?
La persona è la somma delle parti: la mente e il corpo.
Anzi se teniamo fede alla teoria della Gestalt, secondo la quale il tutto è più della semplice somma delle parti, la persona è ancora di più. Ma su questo non mi voglio addentrare.
Senza la mente, il corpo diviene un oggetto in cui gli stimoli provocano esclusivamente un arco riflesso, una semplice risposta chimico-biologica puramente fisiologica . Viene cioè a mancare l’elaborazione dello stimolo. Non c’è trasformazione tra significante, cioè lo stimolo (un suono, una  carezza, un lampo di luce, un pezzetto di cioccolata) e significato, cioè la percezione soggettiva per la quale il suono si trasforma in musica, la carezza in tenerezza, la luce in un abbaglio, la cioccolata nei ricordi di bambino.
Sto scrivendo disteso sul divano ancora sonnecchiante. Davanti a me, di fronte alla porta finestra ho un grosso ippocastano vecchio di cent’anni. Sento il frusciare delle sue fronde in questa brezza di fine estate. Vento, stimolo, significante. Vento fresco dopo la canicola d’agosto. Il sole cala prima sopra il mare di Trieste, dietro al castello di Miramare e i monti lontani. Le rondini iniziano ad andare, rondini che volavano sopra i balconi della mia infanzia , odore di settembre, odore di mamma. Le guardavo rapito con occhi già adulti ma meravigliati, andare via verso un orizzonte che un giorno sarebbe stato il mio. Significato, affetto, caldo nella pancia.
La mente è il teatro in cui si rappresentano gli eventi della vita. Il luogo in cui diamo forma alle nostre scene, il posto in cui lasciamo recitare i nostri uno, nessuno e centomila. Palcoscenico e quinte,  conscio e inconscio, palco, applausi e narcisismo.
Si ma la malattia e la lesione che c’azzecca?
La lesione rientra nella sfera biologica della persona. “Perchè” dice quello, “la malattia no?” Nanni Moretti in un celebre film urla “le parole sono importanti….” E io confermo, le parole sono importanti, tanto importanti quanto i significati che ad esse attribuiamo., che il più delle volte, anzi sempre, sono soggettivi. La malattia supera il biologico ed si colloca nella sfera della persona, nella sua globalità. .
Tavolo significa tavolo: elemento fisico con un piano tondo, quadrato o rettangolare, con tre o quattro gambe o anche con un singolo piedistallo centrale, di legno, ma anche di plastica o di metallo o addirittura di vetro. Ma tavolo per me significa anche una luminosa tovaglia delle fiandre a righe con dei bei girasoli gialli luminosi, significa sgridare Mr. Magù il mio gattone nero e bianco, (lo so si scrive Mr.Magoo, ma all’anagrafe hanno sbagliato) che ogni tanto furtivamente ci sale sopra incurante delle mie proteste, mi fa sorridere se ricordo Teo, il labradorone che i primi giorni dopo averlo adottato, a una nostra svista ci sale su con le zampone e agguanta un filoncino dal paniere, o penso ancora alle mille cene con mia moglie qualche volta a parlare dolcemente, qualche volta a discutere delle preoccupazioni che ognuno di noi deve affrontare nella propria vita. Dice quello “ ma che preoccupazioni e preoccupazioni! Con il pensiero positivo risolvi tutto. Basta non pensare alle cose negative. Basta…” Si in giro si trova tanta di questa brava gente. Vendono pure una marea di libri, tascabili di felicità spicciola a buon mercato. E fanno un sacco di soldi sulla buona fede di lettori creduloni che tutto il giorno si ripetono dentro sè “non devo pensare questo, non devo pensare quell’altro”. Ma vaffanculo. Io invece voglio essere libero di pensare come cazzo voglio. Anche negativo. Me ne assumo la responsabilità e confesso, tante volte penso negativo.
Ci soffro e mi contorco. Ma quello dice “ non serve soffrire” . No certo, non serve soffrire, però…….., “No. Soffrire non si puo, è inutile, devi reagire” continua quello . Bisogna fingere. Andare al mare tutti belli abbronzati, come salamandre, essere sempre vincenti, essere? No scusa, ho sbagliato verbo: apparire.
E se sei una tavola da surf corri a rifarti le tette. Insomma dal tavolo siamo arrivati alle tette. È pur sempre un significato. Hai visto quante cose vengono fuori da un tavolo? Meglio che dal cilindro del prestigiatore.
Mente, significato, malattia, lesione.
La lesione diventa malattia quando la mente è debole, perchè attribuisce un significato assoluto ad un evento traumatico o congenito o genetico, lasciandosene travolgere.
E la mente quando è debole?
La mente è debole quando non ha appreso nello sviluppo critico dell’infanzia, delle modalità relazionali basate sull’autorità e sull’affetto. In parole povere quando il bambino non è stato amato.
Dice ancora quello “tu bambini non ne hai, che ne sai tu dei figli”. E si invece, io ne so molto dei figli perchè sono figlio pure io, come tutti i bipedi umani (e non) sulla faccia di questo mondo. “Che ne sai tu di come si ama un figlio” continua. È vero, io non ho figli, ma in tanti piccoli occhietti vedo i miei occhi di tanti anni fa che volevano essere ascoltati e non trovavano spazio per esprimersi. Amare significa ascoltare, sorreggere, abbracciare, condividere, dare calore, asciugare lacrime con dolcezza, ridere insieme, gioire insieme, osservare da lontano e lasciar liberi di fare stando pronti a frenare una caduta, soffrire in silenzio. Amare significa anche mettersi in discussione, fare autocritica e domandarsi “amo abbastanza?”

Sarò sincero, io non so e amo abbastanza. Però cerco nel mio piccolo di fare quello che posso, per trovare significati importanti ed autentici che diano colore e soprattutto calore alla mia vita. Per non lasciare che le lesioni, piccole o grandi della mia vita, si trasformino in malattia.

lunedì 3 settembre 2012

Sull'eutanasia

Quello che spaventa di piu' nel tema dell'eutanasia, o per tradurre, della buona morte (eu= buono, thanatos= morte), e' probabilmente che un uomo possa scegliere. Ed e' normale questo, in una societa' dove la responsabilita' viene sempre piu' delegata dall'individuo, sovrano per nascita, allo Stato, che benche' delegato su vari aspetti del vivere comune, non potrebbe invadere il campo dei diritti fondamentali dell'individuo che sono un tutt'uno con la persona. Legalizzare l'eutanasia in realta' significherebbe dare voce al tabu' che tanto spaventa, cioe' la morte, e permetterebbe lo sviluppo di una coscienza dell'accompagnamento al morire in una condizione di accettazione, consapevolezza e dignita', abbandonando azioni mediche che configurano a volte un'ostinazione terapeutica inutile e crudele per i malati.

Piccoli trucchetti per una dieta dimagrante soddisfacente

Si sa, a parlare di dieta dimagrante viene in mente la deprivazione. Ma puo' non essere cosi'. Ecco allora alcuni consigli che ho provato sulla mia pelle. A) La soddisfazione alimentare non deriva esclusivamente dal senso di sazieta', ma anche dalle quantita' percepite dell'alimento, che rispondono anche a stimoli visivi e tattili. Cio' significa che se spezzattate un dato alimento in piu' unita', avrete la sensazione che la quantita' di tale alimento sia maggiore. Piccola prova. Mettete in una terrina una fetta di melone. Appare misera come dessert! Ve la mangiate in un boccone. In un'altra terrina mettete un'altra fetta simile, ma tagliata questa volta trasversalmente in tanti pezzi piu' piccoli. In questo caso la quantita' sembra nettamente superiore e questa aumentata numerosita' oltre che visivamente e' sottolineata cinestesicamente dal maggior numero di gesti che dovete compiere per portare le fettine alla bocca. B) A parita' delle calorie (o dei blocchi per la Dieta Zona) e' di gran lunga preferibile comporre un pasto con piu' portate e colori e disporre i piatti tutte insieme sulla tavola all'inizio del pasto. Esempio: pasto n.1: 130 gr di alici marinate al limone + 150 gr di insalatina con 120 gr di pomodori condita con 2 cucchiani di olio di oliva e limone+190 gr di UVA + un bicchiere di acqua da osteria trasparente; pasto n.2: una pannocchia di mais dolce (200 gr) alla griglia + 100 gr di tonno al naturale ai ferri condito con limone + finocchio tagliato alla julienne (200 gr) con vinagrette composta da un cucchiaino d'olio e succo di limone + una porzione (50gr) di lamponi + una porzione (50 gr) di mirtilli + un bicchierone alto verde trasparente con una bella fetta di limone biologico gialla (visivamente il contrasto verde e giallo e' bello da vedere). I due pasti sono identici nelle calorie (o blocchi per la dieta Zona): 394 KCal contro 420 KCal (4 blocchi entrambe), pero' nel menu' numero due c'e', innanzitutto un cromatismo di gran lunga piu' soddisfacente visivamente e in piu' c'e' la componente tattile, assolutamente non indifferente, del mangiare la pannocchia con le mani e la maggior numerosita' dei piatti. Insomma il mio consiglio e' sbizzarrirsi in cucina e fare uscire la propria creativita'. C) Preferire cibi con alto potere saziante. Per esempio 35 gr di panna da cucina equivalgono grosso modo a 100 gr di ricotta di vacca che ha un potere saziante e un volume ben piu' consistente della panna. Si puo' usare questa sostituzione per esempio nel cucinare una pasta con tacchino, curry, pomodorini, e ricotta, invece di usare la panna. La sensazione di sazieta', ma anche la sensazione di quantita' percepita visivamente, saranno maggiormente soddisfatte.

Giorni di studio.

Giorni di studio assiduo. Forse troppo assiduo....