venerdì 31 luglio 2015

Rivolto a chi reclama i suoi diritti a spada tratta

Mia nonna materna vide morire suo fratello gemello.
Lui era un capitano dei partigiani che fu tradito l’ultimo giorno della seconda guerra mondiale.
Lo circondarono i soldati tedeschi e gli spararono in parti non vitali.
Fu un amico a tradirlo.
Lo lasciarono morire agonizzante, solo, circondato dai nazisti, disteso a terra col sangue che gli usciva piano piano, e lento raggrumava nella terra.
Siamo polvere e polvere ritorneremo.
I parenti, tra i quali mia nonna, guardavano impotenti oltre il cerchio e lo sbarramento dei fucili, la morte e l’agonia del loro caro.
Non potevano fare nulla se non soffrire di un dolore inimmaginabile.
Certo avrebbero potuto morire a loro volta ribellandosi. Eppure scelsero la vita.
E io sono nato.

Adesso ditemi: mia nonna quella volta, che diritti aveva?

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