Mia nonna materna vide morire suo fratello gemello.
Lui era un capitano dei partigiani che fu tradito l’ultimo
giorno della seconda guerra mondiale.
Lo circondarono i soldati tedeschi e gli spararono in parti
non vitali.
Fu un amico a tradirlo.
Lo lasciarono morire agonizzante, solo, circondato dai nazisti,
disteso a terra col sangue che gli usciva piano piano, e lento raggrumava nella
terra.
Siamo polvere e polvere ritorneremo.
I parenti, tra i quali mia nonna, guardavano impotenti oltre
il cerchio e lo sbarramento dei fucili, la morte e l’agonia del loro caro.
Non potevano fare nulla se non soffrire di un dolore
inimmaginabile.
Certo avrebbero potuto morire a loro volta ribellandosi. Eppure
scelsero la vita.
E io sono nato.
Adesso ditemi: mia nonna quella volta, che diritti aveva?
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