La frustrazione è legata alla deprivazione.
Il bambino deprivato, abbandonato prova prima rabbia e ribellione, poi disperazione, poi per ultima rassegnazione o anche il marasma.
E l'adulto?
Molti di noi non hanno potuto per le vicende della vita sviluppare quella maturità interiore per sopportare quella frustrazione con cui inevitabilmente ci si scontra nel corso dell'esistenza.
Non è sempre possibile soddisfare i propri bisogni, e allora si deve differire la gratificazione. Una gratificazione che potrebbe del resto anche non arrivare mai.
Ma, si badi bene, se da una parte la privazione porta ad un'impossibilità di maturazione, anche una eccessiva gratificazione la impedisce. Un'eccessiva gratificazione provoca fissazione dello sviluppo. In sostanza si continuerà anche in età adulta ad essere delle persone che pensano che tutto gli sia dovuto, con poca capacità di considerare i bisogni degli altri.
E allora come si fa?
La serenità arriva nel momento in cui si riesce a percepire uno spazio interiore in cui esistere. Uno spazio proprio, dove si può essere se stessi, con i propri timori, le proprie fragilità, i propri dolori.
Già, i propri dolori, perchè nessuno a questi è immune.
Lo spazio mentale non si può crearlo da soli, abbiamo bisogno della relazione.
E in realtà, noi non possiamo nemmeno percepirci come essere estranei a una relazione. Siamo sempre stati in relazione, prima di tutto con la mamma.
E così, se c'è stata una frattura, un'incrinatura, un mancato sviluppo nel nostro percorso di maturazione, l'unico modo per ricollegarsi a se stessi, o forse anche scoprirsi per la prima volta, è la psicoterapia, che appunto è un essere in relazione.
Mi è capitato ieri di parlare con una persona la quale mi ha detto che a queste cose (la psicoterapia) non ci crede.
Infatti, sempre più spesso oggi la gente vive nel concreto e non da spazio al simbolico, credendo che la soluzione ai problemi di colloca nella dimensione materiale, nel possedere qualcosa, nell'ottenere un vantaggio immediato.
Ma lo spazio mentale è forse materiale, visibile, tangibile?
No. Eppure è da esso che che sorge l'amore, che nasce il respiro della vita, che si dipana la creatività che poi costruirà forse una casa, una famiglia, un'opera d'arte.
Il concreto non è altro che condensazione dell'immaginazione e di ciò che prima era fantasia.
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