L'altro giorno sono stato all'agenzia delle entrate.
Potete immaginare gli umori degli utenti: sbuffi, grugniti, insofferenza e interminabili code. Lamenti in ogni angolo.
Devo vedere di farmi rateizzare un pagamento che mi è arrivato di tasse pregresse e conguagli assolutamente inaspettati.
Qualche migliaio di euro.
Ma non me la prendo più di tanto. C'est la vie e per fortuna ho i soldi.
Arriva il mio turno.
Mi siedo e mi trovo davanti a una ragazza sui 35 anni. Ne brutta ne bella, mora con i capelli raccolti, apparentemente sicura di se, corrazzata.
La targhetta del suo nome esibisce un "dott. nome e cognome".
Non posso non pensare in maniera forse antipatica e razzista che un Dott. messo a uno sportello a fare da commesso spartiacque con l'utenza agguerrita non può che essere frustrato. Ma è un pensiero e via.
La dottoressa in maniera apparentemente simpatica mi chiede se ho capito il perchè del conguaglio che devo versare.
In effetti avevo capito, ma mi mancavano alcuni passaggi nella comprensione, per cui ben venga la spiegazione.
Ascolto in silenzio ma lei non chiarisce i miei dubbi rimasti.
La lascio finire e poi le richiedo la spiegazione sulla questione che a me pare nebulosa.
E li ci siamo.
Si nota che è indispettita ma allo stesso tempo soddisfatta, e con fare altezzoso roteando a lato lo sguardo e la testa, butta li un "e vabbè, non ci siamo, non ci siamo, ricapitoliamo, ehhh, vabbè, vabbè..." che aveva tutta l'aria di dire al sottoscritto "sei un cerebroleso dalle scarse qualità intellettuali". Il suo è un fare molto aggressivo, mascherato da finta pazienza.
Provo dentro di me molta irritazione e la voglia di risponderle per le rime, come del resto fanno la maggior parte degli altri avventori di quegli uffici, ma mi trattengo.
Lei rispiega ma proprio non coglie il punto a me fumoso. Per cui la lascio finire, in modo che lei possa dar sfogo al suo bisogno di sentirsi brava e intelligente e subito dopo le aggiungo che quella cosa li proprio non l'ho capita.
Alche, lei si vede che si contiene ma aumenta esponenzialmente il suo attacco e con aria sempre più indispettita, ma anche soddisfatta e contenuta mi rigetta li un altro " Di nuovo? ehhhh, no, no, non ci siamo, vabbè rispieghiamo, vabbè, mah....".
Ma non parla con me al dire queste cose, lo dice tra se e se. Insomma, è a me lampante che vuole dirmi per la seconda volta che davanti a lei c'è un demente. Mi sfida.
E' una sfida silenziosa, ma proprio per questo terribilmente aggressiva. Sento molta rabbia dentro di me, molta aggressività. Però non la do a vedere, contengo e rifletto.
Ascolto di nuovo la sua spiegazione. Questa volta finalmente capisco.
Mi alzo e la saluto cordialmente. Anche lei mi saluta, ma avverto che avrebbe voluto che io l'attaccassi, che la offendessi in qualche modo, come puntualmente credo le accada.
Seppur di magra vittoria si tratta, ho vinto io, anche se mi toccherà pagare più di 2000 euro.
Ma a rate.
lunedì 18 maggio 2015
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