Oggi, una nuova giornata di bora. Stamane ho acceso la stufa. Ho preso il legno dolce dalla legnaia, legno di abete, che da fiamma viva e si accende facilmente. Solo dopo ho aggiunto il ciocco di faggio. La stufa la devi conoscere. La devi amare. Un po’ come una donna. Le prime volte vai a tentoni, perche’ non puoi capirla immediatamente. Il segreto della stufa sta tutto nel tenere la camera di combustione calda e nel conoscere gli attimi giusti per aprire o chiudere lo sportellino dell’aria in entrata. Se lo chiudi troppo presto quando la fiamma e’ appena nata la fiamma muore e se lo apri troppo, il ciocco non si trasforma in brace. Il calore che tanto apprezzi allora se ne scappa per il camino troppo in fretta e si disperde. Ogni stufa a legna e’ diversa ed il saperla usare bene e’ un po’ un’arte. La stufa rende l’ambiente caldo. La visione della fiamma dona intimita’, il profumo del legno secco apre le narici alla memoria e mentre le gelide raffiche del vento sbattono contro le finestre, l’aroma delle braci arse si espande nell’aria tiepida.
Oggi non nevichera’. Lo dicono le nubi chiare. Non e’ cielo di tempesta. La neve se n’e’ andata a sud, a prendere il sole e di noi, qui a nord-est, non ne vuol sapere. Ci resta il vento, che ci porta via i pensieri, che fa volare le tegole, scoperchia i tetti e fa ribaltare i camion. Il vento ha forza, una forza adiabatica che spazza tutto e non ha clemenza dei rami o degli alberi malati. Lui li abbatte senza pieta’. Secca la terra e la rende un nuvolo di polvere. Fa ribollire il mare del golfo e crea nuvole di nebbia salina che si gela sui moli e sulla barche. Pochi gabbiani lo sfidano nelle loro piroette. Questo vento di bora ha accompagnato la mia vita ed io un po’ ci sono affezionato. Era presente nelle giornate di neve quando con la slitta scivolavamo giu’ dalle strade coperte di bianco tanto tempo fa, in tarda estate il vento segnalava l’avvento dell’autunno e di un'altra estate della giovinezza passata. Qui noi del nord-est al vento siamo abituati e non ci fa paura. Forse anche per il vento Trieste e’ la citta’ dei matti. Fa volare le idee e le mescola in un qualcosa di incoerente, rende le persone isteriche e rabbiose, carica l’aria di corrente elettrostatica che poi si scarica sugli individui. Ma voglio bene al vento, porta cambiamento, e fa volare alto, lontano dalla staticita’.
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