domenica 19 settembre 2010

Rondini

Volavano sopra i balconi della mia infanzia
Odore si settembre
Odore di mamma
Le guardavo rapito
con occhi gia' adulti ma meravigliati
andare via 
verso un orizzonte che un giorno sarebbe stato il mio

sabato 18 settembre 2010

Carezze


Dolce come il miele

coli sulle ferite arse della mi vita

curando lacrime mai asciugate.

domenica 5 settembre 2010

Anello della Cima del Cacciatore

1 agosto 2010
Con il mio caro amico Diego abbiamo deciso di fare un'escursione nella zona di Valbruna, nota localita' montana nel cuore delle Alpi Giulie.








La giornata promette bene. Il cielo e' terso, con poche nuvole bianche all'orizzonte.


La mattina, dopo la solita levataccia alle prime luci dell'alba per partire presto da Trieste ed arrivare in montagna quanto prima, iniziamo il nostro itinerario alle ore 8.00.






Altitudine: 860 mt.







Lasciamo la macchina presso il parcheggio vicino all'Agriturismo ai Prati Oitzinger e prendiamo la carrereccia che passa il torrente Saisera e successivamente il sentiero CAI 615, lungo il quale raggiungiamo il piccolo ripiano prativo di sella Prasnig a quota 1491 mt.




Il sentiero nel bosco e' suggestivo e durante la salita si approno ampie finestre sulle Alpi Giulie che offrono dei panorami sorprendenti.


Dalla sella imbocchiamo il sentiero CAI 617 che sale in direzione nord.




Arriviamo ad una forcellina cosparsa di bei mughi e davanti a noi si spalanca il bellissimo vallone che scende dalla Cima del Cacciatore.








Il percorso e' evidente e porta per facili roccette direttamente in cima a mt. 2071.





Visto il periodo di agosto e la facilita' di raggiungere la cima usufruendo della vicina funivia del Monte Lussari la vetta e' piena di gente e decidiamo di fermarci sulla cimetta successiva che e' completamente deserta.






Li possiamo sostare senza il rumore della piccola folla della vetta e gustarci appieno il panorama mozzafiato che si appre a 360 gradi.









Davanti a noi in successione si stagliano il massiccio del Jof di Montasio, la Cima Verde, il Medeon del Montasio, la Cima di Terrarossa, le Cime Gambon, il Foronon e Medeon del Buinz, il maestoso Jof Fuart con la sua gola Nord-Est, la Cima di Riofreddo, la Cima del Vallone, la Vetta Bella, insomma le Alpi Giulie quasi al completo.
















In lontananza scorgiamo anche il Monte Mangart la cui cima e' coperta dalle nubi.

Giornata azzeccata!

Cerco con il binocolo di scorgere qualche cordata impegnata sulle scoscese pareti nord che ho davanti, ma non riesco ad intravvederne alcuna.


Ad ogni modo sono sicuro che vista la giornata saranno molti gli alpinisti impegnati in qualcuna di quelle vie di roccia rese celebri da Kugy.








Dopo il classico meritato ristoro di vetta riprendiamo il nostro giro lungo il sentiero CAI 613 fino al santuario del Monte Lussari, pieno di gente che si accalca tra i tavoli dei molti ristoranti e bar.













Giusto il tempo di dare un'occhiata all'interno della chiesetta e poi ritorniamo sui nostri passi ad imboccare prima il sentiero CAI 617 e poi a svoltare poco dopo a destra giu' per l'ampia mulattiera che ci conduce al punto di partenza del nostro itinerario, dove chiudiamo l'anello.

















Si tratta senza dubbio di un bellissimo itinerario escursionistico, veramente molto remunerativo dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.






Monte Nanos - Canalone Sud-Est

25 luglio 2010
Il Carso, quello triestino ed ancor di piu' quello sloveno, offre una notevole varieta' di percorsi di allenamento per il trail running, regalando spesso panorami e cime che poco o nulla hanno da invidiare alle vicine Alpi.
Amo fare percorsi nuovi con lo spirito esplorativo che sempre donano i sentieri mai percorsi ed e' con questo entusiasmo che oggi ho provato questo duro itinerario. La cima del Monte Nanos (Pleša) una delle piu' alte del carso sloveno, con i suoi 1262 mt, e' raggiungibile da numerosi percorsi, piu' o meno impegnativi. Tra i molti questo e' probabilmente il piu' ripido. Si parte da Razdrto (575 mt) e si sale per sentiero, prima nel bosco poi per ghiaione, su terreno che via via diviene piu' ripido. Subito inizio a sbuffare come un mantice ed il cuore va parecchio su di giri. Altrimenti che allenamento sarebbe? (Anche se qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di semplice masochismo). Ad un certo punto il terreno diviene cosi' impervio che a fatica riesco ad avanzare. In un tratto, per superare alcuni lievi sbalzi di roccia, procedo utilizzando anche le mani.
Bisogna prestare molta attenzione nella salita del canalone, che data la sua pendenza potrebbe essere pericolosa per la scarica di pietre dall'alto. Per fortuna il percorso non e' molto frequentato ed io non incontro nessuno. Salendo penso che scendere da qui e' sicuramente una buona palestra di allenamento per skyrunner coraggiosi e temerari. Magari la provero' un'altra volta. Oggi faro' un percorso circolare scendendo per la via normale al Pleša.
Concludo il percorso di salita sino alle antenne della televisione slovena della cima in 43 minuti e mi fermo qualche istante ad ammirare il panorama. Il passaggio delle nubi offre un bellissimo spettacolo di luci ed ombre sul Carso sottostante.

La vista mi ripaga ampiamente della fatica appena fatta. L'aria qui su e' frizzante ed offre un po' di refrigerio dalla afosa calura di luglio.
Per la discesa scendo fino alla graziosa chiesetta di San Girolamo, qualche chilometro piu' in basso, e da li prendo il sentiero normale come gia' avevo pianificato in precedenza.
Il percorso di discesa e' veramente remunerativo sotto il profilo paesaggistico e, libero dallo sforzo della salita, riesco ad assaporare maggiormente la bellezza dell'ambiente naturale che mi circonda. La corsa diviene il mezzo per poter vivere intensamente questi luoghi, coprendo in poco tempo distanze che ne richiederebbero almeno il doppio. Riesco cosi' a cogliere piu' immagini, piu' territorio, piu' emozioni.
Dopo San Girolamo il sentiero costeggia per un tratto la spalla della montagna e poi scende lungo il bosco, prima su sentiero abbastanza ripido poi su pendenze piu' dolci. Finisco l'anello completo in 1 ora e 30 minuti circa. Questo percorso rappresenta un buon allenamento tecnico a pochi chilometri da casa, per le skyrace in montagna.



L'altopiano del Monte Nanos inoltre regala numerose possibilita' di variazioni sia del chilometraggio che del dislivello complessivo.









sabato 4 settembre 2010

Transcivetta 2010

18 luglio 2010
Quest'anno insieme a Lorenzo ci stiamo dedicando alla corsa in montagna. Dopo l'umida Cortina - Dobbiaco del maggio scorso, decidiamo di cimentarci nella Transcivetta, una gara che si corre in coppia sotto le maestose pareti della Civetta. Il percorso ha un dislivello positivo di 1950 metri ed uno sviluppo di 23.5 Km. Dopo la partenza si sale lungo la Val Corpassa passando prima al Rifugio Capanna Trieste e poi verso il Rifugio Vazzoler lungo una comoda e ben corribile strada bianca. Oltrepassate le casere Favretti si corre lungo la Val Civetta per giungere poi al Rifugio Tissi. Dal Rifugio si scende verso il pianoro per circa 200 metri di dislivello, per immettersi nella salita di Col Negro. Dopo il laghetto del Coldai si arriva alla Forcella Coldai e da li il percorso inizia a scendere sino ai Piani di Pezzè, dove la gara si conclude.
La notte precedente alla gara non prometteva niente di buono. Oltre la nostra tenda igloo, pioggia e fulmini, che non hanno smesso nemmeno un attimo.
La mattina presto mettiamo fuori la testa e la situazione non e' da meno. Non c'e' piu' il temporale, ma la pioggia continua a cadere e le cime sono tutte coperta da nubi. Con Lorenzo ci consultiamo un attimo. Non sara' mica un po' di pioggia a farci desistere no?
Ci fossero stati i fulmini e' un atro discorso ma non ci faremo fermare da un po' d'acqua. Il solito dilemma in questi casi e' rappresentato dall'abbigliamento. Cosa mettere? Fara' freddo? Io decido di correre in pantaloncini e maniche corte, ma ugualmente mi porto un giubbino, che in quota non si sa mai. Magari nevica! Arriviamo alla partenza qualche minuto prima dello start. Subito il botto. Si va!

La salita verso il rifugio Vazzoler e' corribile per tuttta la sua interezza essendo abbastanza tranquilla. Lorenzo va piu' forte in salita e la sua andatura mi sprona a stringere un po' i denti e ad avere un passo piu' svelto del solito. Al contrario nelle discese sono io a diminuire un po' il ritmo rispetto a lui. Alla vigilia si era deciso che lui andasse tranquillamente avanti nelle salite e che io lo avrei raggiunto e superato nelle discese, in modo tale da elidere vicendevolmente le nostre carenze. Pero' dopo attenta lettura del regolamento abbiamo notato che la coppia non puo' avere un ritardo tra i componenti maggiore di 30 secondi, pena la squalifica. Cio' ci ha fatto desistere dal nostro programma di gara. Cosi' facendo abbiamo sommato le nostre carenze invece di limitarle. In realta' controlli dei tempi di coppia durante il percorso noi non li abbiamo visti. L'unica cosa importante e' giungere alla fine insieme.
Il meteo in ultima analisi si e' rivelato buono per correre anche se i panorami sono usciti mortificati a causa delle nubi. La temperatura era ottimale e fortunatamente durante la gara non ha piovuto. Abbiamo concluso in 3 ore, 38 minuti e 18 secondi, arrivando 218esimi su 453 coppie, nemmeno esageratamente stanchi. Una bella soddisfazione ed un'altra gara nel nostro palmares.