Un amico speciale che mi ha insegnato a vivere. Mi ha insegnato a non rifiutare il dolore, ad attraversarlo anche quando e' tremendo, fa contorcere le budella e non ti fa dormire. Ho vissuto per tanti anni con l'angoscia, un qualcosa di impalpabile che ti prende l'anima e vorresti gettarla via, ma non puoi. Perche' e' invisibile ed a nulla serve muoversi, fare cento capriole per levarsela di torno. Non ci sono soluzioni magiche anche se a volte le vorresti. E' la vita. Le circostanze che ti hanno formato, le tragedie piccole o grandi che hai vissuto e che hanno fatto di te quello che sei ora. A volte vedo la vita come una bellissima avventura, a volte invece la vivo come un incubo da cui mi vorrei svegliare. Il dolore esiste, al di la della vergogna e la paura. Questo mi ha sempre detto il mio amico. Ma vergogna di che cosa? Probabilmente di sentirsi fragili ed indifesi. E la paura di che cosa? La paura del dolore. Ho letto ultimamente un sito di facebook " Attraversare il dolore per trasformarlo". Il dolore, se lasciato li, nella vergogna, chiuso nel nostro cassetto interiore, genera solitudine, una solitudine immensa, ma magari, poi ci apriamo un po' ed ecco che spunta una altra persona che prova lo stesso sentimento, le stesse inquietudini, la stessa difficolta' di vivere. Questa e' la condivisione. E' difficile da trovare perche' a volte dove ti giri vedi superficialita'. Una superficialita' che nasce dalla chiusura. Se parlo con le persone di una certa eta' mi dicono che dopo la guerra c'era tutto un altro clima di solidarieta', la gente era piu' unita. Il dolore unisce, elimina le barriere, fa sentire vicinanza. Invece il benessere moderno chiude, e' un falso star bene, con cui ci dobbiamo confrontare ogni giorno. E' uno specchio falso fatto di comicita' sterile, di falsi problemi.
E' l'affetto vero, quello che ti da caldo nella pancia, che ti da una lacrima di gioia, e' una parola amica, vicina, sincera, sentita, quella che ti da l'energia giusta per amare la vita.
martedì 22 marzo 2011
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