giovedì 25 settembre 2014

Rosario


Ave Maria piena di grazia, il signore è con te… e intanto la testa vaga.

Sono un peccatore, un misero peccatore come tanti, come tutti.

Ieri ero in preda all’angoscia censoria, oggi sto bene, e domani? 
E chi lo sa. 
La vita è un filo, un granetto di rosario che si dipana di volta in volta e puoi pregare quanto vuoi, ma non sai se hai fede e dove porta.
La, sotto il rosario c’è la croce. Lui si è sacrificato, ma lui era Dio incarnato.
E io? No, io non lo sono. 
Guardo nei volti degli altri e vedo allegria a volte, a volte spensieratezza, ma più spesso ci vedo la risata fittizia, l’amarezza di una vita negata. 
Quanti chilometri ho fatto sulla costiera triestina con le lacrime agli occhi, pensando e ripensando a questo o a quello. Alla vita intera di alcune persone, alle mia vita come un binario che non lascia deragliare mai.
Condannato al silenzio, al non poter dire.
Perche il manifestare significa rompere il mondo di cristallo. Il mondo di fuori o forse di dentro .
E che cazzo. Superman. 
Mi chiedo perché i supereroi sono sempre soli. Non scopano mai. Si danno all’astinenza.
Invece a me piace fare all'amore. Il che significa forse che non sono un supereroe? Probabilmente no. L’astinenza a volte fa bene, ma non è facile.
Dita sulla tastiera. 
Ho chiuso la televisione che non smette di parlare di ISIS, di Renzi, di teste mozzate, di teste di cazzo.
Da brivido. Il terrore, fuori, il terrore dentro. Attacchi di panico tenuti a bada. L’attacco di panico distrugge un mondo di certezze. Ti distrugge, non esisti più, muori.
La morte è una dimensione della mente. E’ una disgregazione.
Guardo gli occhi di lei. L’ho sognata, anzi, ho sognato entrambe. Io e lei in un sogno lucido. Eravamo due anime bianche che si tenevano per mano sopra i nostri corpi.
Due lune nel cielo. 
La birra russa non è un granchè, preferisco la birra scura. Le russe probabilmente fanno bene all'amore. Non so, non ho provato. 
Ma sto diventando scurrile e pare che il mio pensiero volga sempre al sesso. Qualcuno o qualcuna si scandalizzerà. 
Censura. La censura è sempre e solo dentro, mai fuori. 
La censura è mamma. In parte anche papà. Ma papà è fragile, mentre mamma è forte. Forte si. E io sono un bravo bambino. Non posso essere un fiorellino cattivo e brutto. Devo essere un bel fiorellino. Devo salvare il mondo. Devo.
Amen.

Insonnia

Musa che non c'è
Sguardi persi nella penombra
Frammenti di lenzuola
Labbra socchiuse in un respiro che cerca te
I pensieri fugaci, inutili, evanescenti,

non lasciano traccia nel timore che precede l'alba.

Il barbone

Sono un barbone. 
Me ne sto tutto il giorno sulla scalinata a cielo aperto, sotto i volti di questa chiesa che in fondo vede il mare. 
E’ bella la chiesa di Sant’Antonio. Ha delle alte volte all’ingresso, dove mi riparo nei giorni di pioggia.
Quando c’è vento entro in chiesa e qualche volta prego…., così, per abitudine, … perché tanto so già che Dio non mi ascolterà.
Ma va bene così.
Mi metto davanti alla Madonnina e recito un’Ave Maria. A volte un Padre Nostro. 
C’è, è vero, in fondo una vocina che dice che si, che c’è la speranza, e allora sento un’energia strana che mi pervade. 
Ma dura poco. 
Qualche istante e poi subito sono ripreso dal vortice dell’inerzia …. e della solitudine.
Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù…..
Me ne sto tutto il giorno a guardare i passanti.
Ormai mi basta uno sguardo, un piccolo tratto fugace del loro volto, un piccolo gesto, e riesco a percepirli dentro, a scorgere dove loro non riescono a scorgere, in profondità, oltre i loro finti sorrisi.
Ma per me è facile. Ho tanto tempo e tanto allenamento. 
E soprattutto non ho più nulla da perdere.
Sono un relitto, un reietto della società. Un parassita che aspetta solo di scomparire.
In realtà sono scomparso tanti anni fa. 
E’ stato l’alcol a portarmi via, o forse non c’ero ancora prima, non lo so. 
Forse non sono mai nato e tutto questo è un’illusione.
Ho visto una foto di Giovanni l’altro giorno, sul giornale. Eravamo amici, tanto amici, finchè lui non divenne l'amante di mia moglie. 
No, non ebbi moti di vendetta, non pensai a delitti d’onore, a quelle tragedie truci che tanto piacciono e che vengono sbattute in prima pagina, no …. non sono cose per me.
Sono un vigliacco. Mi manca il coraggio per certe azioni.
Invece, quando lei è scappata via, mi sono attaccato alla bottiglia e ho iniziato a ciucciare a più non posso.
Padre Nostro….. che sei nei cieli…. no … non mi hai aiutato Padre.
Adesso lui, Giovanni, il mio amico, è una persona importante, mentre lei non l’ho più vista. 
Pare che poco dopo lui l’abbia scaricata. Era stata la sua preda, preda che una volta presa aveva perso il suo fascino. Ma per me era troppo tardi. 
Piano piano l’alcol ha fatto il suo lavoro e quando non ho più avuto i soldi per comprarmi altre bottiglie, per pagare gli affitti e le bollette, sono finito sulla strada.
Ma in fondo qui non si sta male. All’inizio è stata dura, ma ora non più. 
Sono rassegnato. 
Osservo gli altri mentre voltano lo sguardo per non scorgere il mio stato trasandato, per non vedere dove può portare la sconfitta. Dove può condurre la vita. 
Distrogliere lo sguardo è un modo per non guardare dentro al baratro che c’è anche in loro.
Alla fine molti sono ipocriti.
Provavo rabbia, tanta rabbia. Una rabbia che ho cercato di affogare nell’alcol. Ma non è servito.
Adesso provo rassegnazione. Non spero più in una mano amica che mi dia una semplice carezza. Qualcuno che mi dica che per lui sono importante. Per uno solo. Solo per uno. Mi basterebbe per volare via. Sereno.
Ma sono fatto di uno sporco trasparente, e nemmeno i piccioni della piazza che svolazzano qui davanti si accorgono di me. Un barbone che non ha speranza.
Ave Maria, piena di grazia…..

venerdì 5 settembre 2014

Sul filo


Si corre su un filo di attimi di onnipotenza, sprazzi di disperazione, momenti di illuminazione.

La vita sta nello spazio che si crea tra gli sguardi e i silenzi dei passanti che si incrociano.

Siamo tutti viaggiatori.